L’eredità del cinema slasher

Dagli anni '70 a Rob Zombie
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Tra i primi titoli a balzare in mente appena viene citato questo sanguinolento sottogenere della cinematografia dell’orrore, ci sono le pellicole Halloween e Nightmare, oggigiorno conclamati classici indissolubili. Esse infatti – insieme a tante altre – sono riuscite a ricavarsi un posto nelle ludoteche e nella memoria della settima arte. Ma se si cerca di delineare la storia di questo filone cinematografico fino ad arrivare alla sua ultima rappresentazione, dobbiamo partire dalle sue origini. Il genere slasher si riferisce a quei film in cui il protagonista indiscusso è un omicida intenzionato a martoriare un gruppo di persone (nella maggior parte adolescenti, da cui la dicitura teen slasher) tra le quali spiccano la final girl (personaggio femminile che alla fine della pellicola sopravvive alle grinfie del maniaco). I primi film, che vanno considerati in senso “apocrifo” prototipi di questo stile cinematografico, sono Reazione a Catena (1971) del regista italiano Mario Bava e Non aprite quella porta – The Texas Chainsaw Massacre (1974) di Tobe Hooper che presentavano già alcune caratteristiche cardini di questo stile, come la presenza elevata di omicidi efferati. Ma la vera e propria nascita del cinema slasher lo si deve alla pellicola del 1978  Halloween di John Carpenter. Lo stile innovativo del film presentava situazioni e personaggi divenuti topòi per i film slasher a seguire.

Slasher 1

Reazione a catena

Per prima cosa il focus della storia è incentrato tutto sulle peripezie dell’omicida, in secondo luogo al resto dei personaggi non viene data relativa importanza (nella maggior parte dei casi essi fungono da bodycount, ossia vittime innocenti del criminale) e in terzo luogo vi è spesso la presenza di una final girl. Nel 1980 Sean Cunningham, ispirato dal film di Carpenter, diresse Venerdì 13,divenuto film di culto per aver lanciato la figura di Jason Voorhees,  e nel 1984, sempre sulla stessa scia, Wes Craven portò sul grande schermo Nightmare – Dal profondo della notte, altro titolo destinato ad aprire una lunga saga, con un villain che, al pari di Jason, è divenuto un’icona del cinema dell’orrore: Freddy Krueger. Da notare è la componente sovrannaturale di questi due assassini seriali – differente rispetto alla connotazione più realistica del cattivo carpentiano – come ad esempio una resistenza sovrumana e la possibilità di uccidere in ambientazioni atipiche come il mondo dei sogni. Sintomo che la caratterizzazione dei personaggi si stava evolvendo. Addirittura, nel 1988, La Bambola assassina di Tom Holland ci presentò lo spirito di un’omicida intrappolato nel corpo di un pupazzo. Ed è sfortunatamente con questo ultimo film che si conclude l’età d’oro del cinema slasher, ripreso solamente nel 1994 da Wes Craven con la fortunata saga di Scream e, successivamente, da Rob Zombie a partire dagli anni 2000.

slasher 2

Nightmare

Robert Bartleh Cummings, in arte Rob Zombie, musicista famoso internazionalmente nella scena metal ma anche noto regista, è l’ultimo baluardo di un modo di fare cinema nato e morto negli anni ’80. Da profondo amante ed estimatore del genere slasher, egli decise nel 2000 di dirigere il suo primo film La casa dei 1000 corpi e nel 2005 il suo sequel La casa del diavolo. In entrambe le pellicole ciò che balzava agli occhi era la violenza perpetrata dalla famiglia Firefly (i putridi protagonisti del film), mista a un certo gusto per il grottesco e a una colonna sonora fenomenale. Sono queste, infatti, le tre caratteristiche fondamentali dello stile cinematografico del regista statunitense che ritroveremo nei suoi due remake di Halloween e nel più recente 31. Lo stile di Rob Zombie, sicuramente derivativo e anche autocitazionista, è però riuscito a riportare alla gloria i fasti che la cinematografia horror di un tempo vantava. Possiamo considerare le sue pellicole come un grande omaggio a tutti i film cult slasher anni ’80, a cui Zombie si ispira, filtrandole attraverso il suo stile visionario e folle che lo rendono, a tutti gli effetti, uno dei migliori registi horror in circolazione.

Slasher 3

I “reietti” di Rob Zombie