La grande pippa

Il porno prospera su Internet dove nessuno paga
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Quando Johhny Carson presentò Deep Throat, nel ’72, durante il suo seguitissimo Tonight Show, decretandone il successo, avviò la Golden Age of Porn. Ma i dati che ci ha illustrato l’amico Massimo Bonera al Bolzano Film Fest, fanno pensare a una nuova Golden Age pornografica, anche se quasi interamente gestita su Internet. I numeri: al mondo esistono 260 milioni di siti porno. Prescindendo dai Paesi Arabi che, ufficialmente, vietano i film hard (ma ne consumano, sotto banco, una gran quantità non registrata…) quotidianamente, oltre 300 milioni di persone si collegano a un sito hard (75% uomini, 25% donne che sono, però, in costante aumento negli ultimi tre anni). Ci si chiede: perché? Non perché la gente li frequenti – qui occorrerebbero quintali di trattati sociologici – ma perché prolificano se nessuno paga? Semplice: vivono di pubblicità. Per esempio XVideos – che genera 4,4 miliardi di pagine viste ogni mese, dieci volte di più del NY Times – che fa? Con sede a Praga, la Los Angeles europea dell’hard, compra scene inedite per piazzarle gratuitamente sul proprio sito, ma rimanda, a chi volesse vedere i film per intero, ai siti (a pagamento) di chi gliele vende. Quei siti, a loro volta, producono pubblicità e lo stesso avviene per l’indotto.

Questa fiorente attività commerciale ha consentito ai paperoni di XVideos di comprarsi, lo scorso febbraio, per l’astronomica cifra di 9,8 milioni di dollari, il dominio Porn.com. E il porno diviene oggi anche elemento trainante delle grandi multinazionali della tecnologia audiovisiva: Sony e Toshiba, per esempio, al recente CES (International Consumer Electronics Show) di Las Vegas, hanno atteso i risultati della vicina fiera dell’hard prima di decidere se puntare su questa o quella scelta tecnologica. Ma facciamo, per rendere meglio l’idea, una mini classifica comparativa di alcuni siti: XVideos, è il 43esimo al mondo, il Corriere della Sera al 500esimo… giocandosela con siti come Gnoccatravels.com (fra i primi 2000 più visti in Italia). Del resto, non c’è da stupirsi visto che ogni visitatore di Internet trascorre mediamente più di un quarto d’ora al giorno su un sito porno. Tutto ciò conferma – se mai ce ne fosse stato bisogno – che non viviamo affatto in una società dove fare è sesso con persone in carne e ossa è facile. Il sesso è iper-mostrato ma sub-vissuto. Ha fallito Wilhelm Reich, ha fallito la rivoluzione sessuale ed è tutta una gran masturbazione mondiale.