Jurassic World 4

Devastazione preistorica
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Un ritorno alle origini con cifre da capogiro per il quarto film di Jurassic Park, che si preannuncia selvaggio e invaso dai dinosauri.

Il D-Rex è un dinosauro, anzi, sarebbe più corretto definirlo DNA-sauro, in quanto dinosauro mutato geneticamente, clonato, covato e cresciuto in laboratorio. Il D-Rex, Dominus Rex secondo alcuni, Indominus (o Indomitus) Rex secondo altri, sarà la Bestia, il Leviatano, il Mostraccio che terrorizzerà grandi e piccini in Jurassic World, 4° capitolo della saga Jurassic Park, dal romanzo bestseller di Michael Crichton. Girato in 3D nativo, il film sarà nelle sale di tutto il mondo a partire dal giugno 2015, tredici anni dopo l’ultimo non fortunatissimo capitolo, a 22 anni dall’uscita del capostipite.

Il fomento ha cominciato a montare dall’inverno del 2014, con la distribuzione virale del primo trailer in rete.. La strategia di comunicazione sembra condurci a un caso “Jurassic Leaks”, con stillicidio di rumors e anticipazioni ufficiose ma non confermate: immagini rubate dei nuovi dinosauri giocattolo a marchio Hasbro, oppure la brochure illustrativa con il percorso guidato al nuovo parco dei dinosauri, anch’essa comparsa in una foto fintamente rubata. Le sedicenti spiate hanno preso traiettorie imprevedibili: è il caso della diffusione di alcuni fotogrammi del trailer in cui si vedrebbe un velociraptor portato a spasso con guinzaglio e museruola, mentre, in altri, il protagonista Chris Pratt in motocicletta capeggia una mandria di Raptor mansueti e saltellanti come impala. La Rete è impazzita, milioni di fanatici a scannarsi in community e forum, tra gli osanna al riformismo giurassico e le accuse di attentato all’ortodossia preistorica. A latere di tutto ciò, il sito web del film e alcune pagine social istituzionali mostrano alcune cose interessanti e altre ancora work in progress.

Certo è che Steven Spielberg vigila come produttore esecutivo, ma in cabina di regia e sceneggiatura prende posto Colin Trevorrow, regista indie fattosi notare con il buon esordio di Safety Not Guaranteed, non certo un professionista del blockbuster. Evidente il tentativo della Universal Pictures di rinfrescare il marchio fossile con innesti non convenzionali, come accaduto con successo alla Warner Bros con un altro pachiderma giurassico-cretaceo, il Godzilla di Gareth Edwards. Il cast poi è tutto nuovo e “Marvel oriented”, dal Guardiano della Galassia Chris Pratt alla pupa di Spiderman Brice Dallas Howard, sostenuti dall’amichetto di Iron Man Ty Simpkins. Il budget è stratosferico, si parla di 150 milioni di dollari e si punta a superare il primato di saga detenuto dal primo JP (1 bilione di dollari, mentre The Lost World si fermò a 650 e JP 3 a un “misero” 360). I pericoli più insidiosi però non arrivano da hacker o spioni, ma dai soliti problemi tra produzione e regista, che ne hanno ritardato l’uscita inizialmente prevista per il giugno 2014. Jurassic World ha infatti avuto una gestazione travagliata, tredici anni tra progettazione e revisioni e abbandoni e riscritture, ma alla fine è prevalsa la linea Trevorrow, quella di ripartire dalle origini del mito, dimenticando per quanto possibile il terzo episodio diretto da Joe Johnston pur in continuità con gli eventi in esso narrati. Per prima cosa si è restaurato il logo, che vede il ritorno dello scheletro del T-Rex al posto dello spinosauro di JP3. Poi, l’ambientazione: abbandonata Isla Sorma, terra del secondo e del terzo capitolo, si torna a Isla Nublar, nelle acque prospicenti il Costa Rica.

V-Rex, Vastatosaurus Rex. Era lungo circa 60 piedi di lunghezza, alto 32, munito di scaglie per assorbire il calore solare. Braccia piccole, tre artigli, cranio più corto, ma molto più forte e pesante che un T-rex, tre file di denti per dilaniare qualunque cosa. È lui, il V-Rex, il padre illegittimo del D-Rex, che per ora resta un X-Rex quanto a immagini di scena; di certo c’è solo che surclasserà i suoi illustri predecessori di saga. Il target di Jurassic World sono anche e soprattutto i nati dopo JP2 (The Lost World), per loro il T-Rex non è la Bestia, ma uno di famiglia, sono cresciuti con il dolcissimo Rex di Toy Story o il dinosauro di peluche del maialino George di Peppa Pig. Per spaventarli ci vuole qualcosa di superipermegatrofico, questo il risultato dei focus group commissionati dalla Universal agli hippiesauri del marketing: «Avevamo fame di cose nuove, cercavamo qualcosa che nutrisse quella fame, e i focus group ci dicevano che ci voleva qualcosa di più grande. E questo è quello che abbiamo pensato». Così Trevorrow in un’intervista all’Empire. Quel qualcosa di più grande ( “something bigger” nel testo originale) è un OGM, il risultato del dna di T-Rex, Velociraptor, serpenti e seppie, una creatura straordinariamente intelligente, potente, sanguinaria, mimetica.
Il D-Rex appunto, pelle traslucida e occhi rossi (forse): il killer a piede libero affamato di pingui vacanzieri. Che poi non dovrebbe essere il solo babau; dagli abissi della preistoria è pronto a schizzare il Mosasauro, attrazione acquatica del Jurassic World nella nuova zona Jurassic World Lagoon, che a differenza del D-Rex è disvelato già nel trailer, quando si esibisce tra gli spettatori acclamanti nel Mosasaurus Feeding Show: un salto fuori dall’acqua, come una foca qualsiasi, per fare un solo boccone di uno squalo bianco penzolante da un argano, con fragorosa ricaduta nell’acqua e conseguente tsunami sugli spettatori in visibilio.

Un genetista a capo di genetisti: questo ci vuole per implementare le nuove orride clonazioni, perché le specie che popolano il parco giurassico dovrebbero essere riprodotte per clonazione e non per via sessuale (il condizionale è d’obbligo fino ai titoli di coda). In principio è sempre l’ambra; da essa si estrae il genoma delle specie estinte, si decodifica e si corregge, per essere poi iniettato nelle solite uova sintetiche, e tutto il processo dura meno di un’ora (!); poi c’è la schiusa, l’amorevole incubazione in laboratorio e, dopo tre mesi, il rilascio negli ambienti controllati del Jurassic World. Al momento il sito ufficiale del JW ci dà notizia dell’avvenuta nascita di triceratopi, tirannosauri, gallimimi, mosasuri, stegosauri, ma si attende ancora la venuta al mondo di altre otto specie estinte riesumate, più quella letale nuova di zecca. Quel che è certo è che a tutte ‘ste bestione batterà un cuore, e questo cuore pomperà sangue caldo.