Intervista al regista Riccardo Paoletti

La genesi di Tafanos, horror a basso costo prodotto da Sky
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Un’operazione folle da parte di Sky in collaborazione con Minerva Pictures, quella di produrre un horror-demenziale italiano a basso costo, sulla scìa di certe produzioni Asylum. Ne parliamo con il regista Riccardo Paoletti.

Da dove è saltata fuori l’idea di fare il remake di un B-movie indipendente italiano?

Quello che è successo è già un film di per sé: due anni fa vengo contattato dal gruppo editoriale di Sky e mi dicono che vorrebbero produrre un horror divertente sulla falsa riga di Sharknado, in co-produzione con la Minerva Pictures di Gianluca Curti. Mi conoscevano per il mio primo film Neverlake e per i video che ho girato per Elio e le storie tese, quindi avranno pensato che mi piace sia il cinema horror che il demenziale e mi propongono di presentargli entro 48 ore un’idea che possa diventare un film. Io ero a Roma e ho preso il treno per Milano in anticipo, perché avevo finito un appuntamento prima del previsto. Salgo e incontro un vecchio amico, Carlo Giudice, che mi dice: “Lo sai Riccardo che ti pensavo giusto l’altro giorno? E’ un po’ di tempo che mi balena per la testa di l’idea chiederti se avevi voglia di girare un sequel di un mio filmetto del 2000, intitolato Tafanos, girato tra amici, ma che all’epoca ha avuto un bel po’ di tam-tam tra gli appassionati di horror-trash”. Io dentro di me ho pensato che era un segno del destino. Siamo arrivati a Milano, mi ha portato in vespa a casa sua e mi ha fatto vedere il film. Io sono schiantato da ridere perché comunque il film… era fatto male! Ma era fatto male perché è stato girato con mezzi poveri, però lasciava percepire un potenziale, un suo perché. Allora torno a casa e mi metto a riscrivere subito la sinossi del film, la famosa paginetta. Il giorno dopo l’ho mandata a Sky senza pensarci su due volte e loro mi hanno risposto che l’idea era buona!

Quindi hai riscritto da capo la storia?

Tafanos racconta di un gruppo di amici che vanno a fare una vacanza in una casa di campagna, ad un certo punto arrivano questi tafani assassini e cominciano a fare una strage, fino a che i ragazzi rimasti vivi scoprono che il fumo della cannabis uccide i tafani… La storia è questa e su per giù l’ho lasciata così, ho solo cambiato il finale, per dargli una parvenza più all’americana, con una sottostoria quasi complottista e soprattutto per lasciare un finale aperto per un possibile seguito.

Quali sono stati i tempi di realizzazione?

All’incirca un anno, ma il film è stato girato in 4 settimane. La difficoltà più grande si può dire che è stata quella di stare dentro la tabella di marcia. Se non ci fosse stato quello spirito di squadra sul set, sicuramente non saremmo mai riusciti a portare tutto al termine nei tempi prestabiliti. I protagonisti sono tutti attori giovani, che comunque hanno già familiarità con i set, Cristina Marino, Maria Chiara Giannetta, Giulio Greco, Salvatore Langella, Alessio Lapice e Filippo Tirabassi, volti noti soprattutto a chi segue le fiction tv, hanno trovato subito una bella sinergia tra di loro, hanno subito fatto gruppo. Ovviamente per stare nei tempi ho storybordato tutto il film, così da sapere con precisione ogni inquadratura da fare e andare sul set sicuro del da farsi. In più ho girato anche le prove: per esempio, mentre l’operatore con la macchina a mano faceva le prove di una scena con 4, 5 persone che parlano e passava da una all’altra, gli ho fatto girare tutto; così è successo alcune volte che, dopo la seconda prova girata, fossi più che soddisfatto e ho portato a casa la scena.

 Ci sono state delle forzature o delle autocensure, dovute al fatto che dovevi girare un prodotto per la televisione?

L’intenzione di Sky era quella di produrre un b-movie fatto bene, che potesse piacere ad un’ampia fascia di utenti e con questo spirito ho affrontato il mio lavoro. Ovviamente per essere trasmesso su Sky sono stato cosciente fin da subito che dovevo rimanere dentro certi parametri, non avrei potuto osare un omaggio ai b-movies alla Planet Terror, ma tutto questo è stato studiato a tavolino sin dal principio con il team di Sky. D’altra parte la fonte d’ispirazione sono stati quei teen-horror anni 80 non proprio spaventosi ma molto divertenti, tipo Tremors, Critters e ovviamente Creepshow.

Infatti anche tutta la faccenda dell’uso della Cannabis, che è il vero leitmotiv della storia, è sopra le righe e dà un tono molto fumettistico. La morale del film alla fine è “Come una canna ti salva dai mostri”

Ride Pur sempre un film demenziale. La reazione che hanno i protagonisti quando fumano non può essere veritiera, proprio per ricordarci in che tipo di film siamo. E’ puro intrattenimento. Io sono un appassionato di questo tipo di cinema e del cinema fantastico in generale, che sia horror, thriller o fantasy. Mi piacciono quei film che mi fanno entrare in una realtà dove non potrò mai andare, a provare delle emozioni che non posso costruirmi nella vita reale. Ma se qualcuno ha bisogno di trovarci per forza un messaggio, potrebbe essere quello che i tafanos sono l’assillo della vita quotidiana, sostanzialmente le rotture di ***, le tasse, il governo, la suocera eccetera…. E come si sfugge ai problemi della vita? Evadendo dalla realtà… Diciamo che una visiona a latere può aiutare a risolvere i problemi. Se la vedi così Tafanos ha anche un valore paideutico.

I tafani e il mostro-madre sono stati realizzati tutti in VFX?

Sì, il 90% degli effetti speciali sono stati realizzati in digitale, da Makinarium (David di Donatello per “Il racconto dei racconti”) e dentro al film ci sono almeno 300 inquadrature con VFX. La parte più divertente è stato il concept del tafano-madre, mi sono stati presentati degli schizzi con dei mostri che facevano veramente paura e altri totalmente ridicoli. Alla fine abbiamo optato per questo mostro molto cartone animato.

La colonna sonora è affidata a La Batteria, una band molto vicino alle sonorità dei film di genere.

Infatti quando mi sono stati proposti ho capito subito che avevano il sound azzeccato per il mio film. Hanno un’ottima sensibilità per questo genere e l’unico rammarico è che spesso le musiche, durante il film, si diluiscano con il resto o si interrompano per dare spazio ai dialoghi. Viene voglia di continuare ad ascoltarle e credo che sia in uscita anche il disco con la colonna sonora completa. Inoltre uscirà un Director’s cut, nelle versioni distribuite nei paesi dove non sono presenti le piattaforme Sky – che sarà più lungo e certi loro brani avranno più spazio. Ti racconto questo: io avevo fatto un mio montaggio, ma secondo i supervisori Sky l’inizio era un po’ lento e in realtà il film partiva dopo 10 minuti, quindi mi hanno chiesto se potevano metter mano a questi primi minuti del film. Io sono rimasto un po’ titubante, ma ho lasciato comunque l’ultima parola a loro perché forse la mia visione era un po’ troppo personale, forse ero talmente affezionato ad un tipo di dinamica, che non ho visto cose che invece loro vedevano. Quando è stato trasmesso per la prima volta e il giorno dopo mi hanno mostrato le curve d’ascolto – questa è una cosa molto interessante per capire il loro meccanismo – ho visto il diagramma minuto per minuto del film e sono rimasto a bocca aperta, la famosa regola “all’americana” che al dodicesimo minuto deve succedere qualcosa è vera! Nel diagramma si vedono i primi 10 minuti di un ascolto basso e poi al dodicesimo, preciso, c’è un picco che è rimasto lì fino alla fine. Il film ha fatto un’ottima media, una media di 84.000 ascolti, collocandosi al secondo posto della fascia di questo genere, battuto solo dal primo Sharknado. Gli altri sequel di Sharknado sono tutti sotto Tafanos come ascolti. Chapeau! Dovevo fare l’autore che s’incazza? Per poi dare ragione a loro…

Pensi che Sky con questa operazione abbia aperto delle porte? Che sia in atto una nuova considerazione per il cinema di genere italiano?

Mi piacerebbe pensare che potrebbe essere una piccola alba per un certo tipo di produzioni italiane, non solo da parte di Sky ovviamente. Le altissime proposte dei canali esclusivamente on demand, stanno portando le piattaforme come Netflix e Amazon a produrre anche in Italia. Ormai anche noi abbiamo gli stessi mezzi tecnici per realizzare certi prodotti d’intrattenimento, come quelli che vengono importati. E il primo produttore che capirà questa cosa farà un sacco di soldi.

Lavori futuri?

Sempre insieme ad Andrea Garello (Smetto quando voglio) che ha sceneggiato Tafanos, stiamo scrivendo una specie di Noir ironico alla Pulp Fiction, dove tutto succede in una notte.