Intervista a Fabio Giovannini

L'autore parla del suo saggio dedicato all'intera carriera di Christopher Lee
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Ha dato di recente alle stampe due volumi tanto diversi quanto indissolubilmente legati tra loro grazie al protagonista di entrambi, sua maestà sir Christopher Lee. Il primo è un vero e proprio omaggio, a tiratura limitatissima, al capolavoro Hammer Films “Dracula il vampiro”, un saggio interamente autoprodotto, a colori e con contenuti inediti già divenuto un titolo culto; l’altro è un saggio, il più completo mai dato alle stampe in Italia, uscito di recente per la casa editrice SHATTER e che ripercorre l’intera carriera (teatro, cinema, TV e persino musica) di Christopher Lee: Il Lord del Brivido. Christopher Lee da Dracula a Lo Hobbit. Abbiamo avvicinato l’autore per parlare proprio delle sue ultime fatiche. Fate incetta di acqua santa, munitevi di aglio e crocefisso, che il viaggio nelle tenebre abbia inizio…

Fabio Giovannini, sei uno dei pochi italiani ad aver avvicinato, nel corso della sua lunga carriera, Christopher Lee. Che ricordo hai di lui e come nasce in te la passione e la stima per questo grande interprete?

Lo ricordo come un gentleman dal fisico impressionante, per l’altezza, per il viso, gli occhi, le mani, caratteristiche così decisive per la rappresentazione sullo schermo dei suoi personaggi. Era quel suo aspetto straordinario che ha da sempre attirato la mia attenzione. Da quanto ho potuto capire negli incontri con lui, non aveva un carattere facile, era orgoglioso e preoccupato di dimostrare continuamente le sue qualità. Ma era veramente un gentleman. Devo dire che non amo conoscere di persona attori e registi che hanno nutrito il mio immaginario, perché le aspettative sono spesso deluse, constatando la grande differenza tra i personaggi o le storie che interpretano e la realtà. Ma sono lieto di aver potuto stringere la mano a Christopher Lee e ricordo soprattutto un’indimenticabile passeggiata mattutina con lui per il centro di Roma.

Di recente è uscito per SHATTER Edizioni un tuo volume, forse il più completo mai pubblicato in Italia, sull’intera carriera di sir Lee. Cosa puoi dirci in merito?

Erano molti anni che coltivavo il desiderio di raccontare al pubblico italiano la vita e la carriera di Christopher Lee. In passato è uscito in Italia un solo volume su Lee, costruito con brevi saggi su alcuni aspetti della sua attività cinematografica. Credevo che Lee meritasse invece uno studio specifico e finalmente sono riuscito a concludere il libro dopo aver visionato tutti i suoi film e i telefilm ancora disponibili (e sono oltre duecento…).

Sei un grande appassionato di cinema di genere. È vero che Christopher Lee detestava essere ricordato solo per aver interpretato Dracula?

Sì, era per lui una vera ossessione. Eppure di Dracula non riuscì mai a liberarsi. Se si consulta la rassegna stampa degli articoli apparsi alla morte di Christopher Lee, in quasi tutte le testate giornalistiche del mondo ricorreva qualche gioco di parole su Dracula e i vampiri. Fece di tutto per affrancarsi dal personaggio che gli aveva dato la popolarità, ma non c’è riuscito.

Di recente hai anche dato alle stampe una self-publishing. Credi sia questo il futuro dell’editoria in Italia?

Per un certo tipo di libri credo che l’autopubblicazione sia una nuova frontiera da esplorare. Ma non è più facile dell’editoria tradizionale: l’autore deve essere in grado di trasformarsi anche in grafico, in promotore, in distributore di se stesso. L’ho sperimentato di persona con il libro “Dracula il vampiro – Il capolavoro gotico della Hammer 60 anni dopo”, un grande volume illustrato (dove torna Christopher Lee, interprete principale del film al centro del libro) che nessun editore avrebbe pubblicato con le caratteristiche che desideravo e che ho scelto di realizzare in proprio a bassissima tiratura.

Sei un pioniere della saggistica di genere. Ad oggi, come consideri la scena horror italiana?

Per quanto riguarda il cinema, purtroppo i produttori continuano a evitare accuratamente il genere, salvo rare eccezioni. Si moltiplicano però i film a piccolo budget, a volte con risultati interessanti. Incredibile, poi, che le fiction italiane per la TV non affrontino tematiche di questo tipo. Per quanto riguarda la saggistica, sono in aumento i libri dedicati all’horror, ma spesso dobbiamo assistere all’uscita all’estero di bei libri su registi e temi dell’horror italiano che dovrebbero invece vedere la luce da noi.

 I tuoi prossimi progetti? 

Continuerò la mappatura dell’immaginario fantastico e horror che porto avanti da anni. Con Antonio Tentori sto lavorando a un saggio su Jack lo Squartatore al cinema e in TV e poi su un importante attore inglese, star del gotico e del terrore (ma non solo), del quale per ora non rivelo il nome…