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Southern Bastards

Autore:
Jason Aaron & Jason Latour
Editore:
Panini Comics

Il nostro giudizio

Un’ambientazione ben riuscita non si riduce a una semplice collocazione storica e geografica, la cui sola funzionalità è relativa allo svolgimento della trama. L’ambientazione, quando è raccontata a dovere, è essa stessa un mezzo narrativo, racconta dentro e intorno alla narrazione principale dandole non solo un contesto, ma un sapore, un’atmosfera, un mood che, talvolta può caratterizzare radicalmente un’opera fino a costituirne il vero elemento di specificità. L’Alabama di Southern Bastards, la serie noir di Jason Aaron e Jason Latour, è esattamente questo. La trama noir, intendiamoci, funziona, e la caratterizzazione dei personaggi, per quanto non particolarmente originale, è sufficientemente approfondita e funzionale all’economia dell’opera, ma nulla di questo spicca realmente.

Il vero valore aggiunto di Southern Bastards è proprio l’ambientazione. Gli Stati Uniti del Sud narrati da Aaron sono gretti, provinciali e intrisi di ignoranza fino al limite del caricaturale. La cittadina di Craw County è una realtà esemplare di quell’America profonda fatta di spazi aperti, bandiere sudiste e di quell’ordine naturale più conservatore delle istituzioni stesse, un’immediatezza primitiva apertamente esibita con strafottenza. Quanto Aaron con la sua prosa calchi la mano non mi è dato sapere, ma il risultato è una cartolina fortemente espressionista in cui ogni cosa è esagerata, pur senza arrivare al paradosso o al grottesco.

Il registro di Souther Bastards è cupo e il tono feroce, adatto a un noir spietato, una storia che racconta di un ritorno a casa in cui essa, sia come luogo fisico che come coordinate mentali, è cambiata irrimediabilmente e non ha affatto preso alla leggera il peccato originale di Earl, il protagonista, in gioventù se n’è andato sbattendo la porta, escludendolo una volta per tutte dalle proprie dinamiche. La caratterizzazione grafica di Latour è funzionale, non spicca ma è funzionale all’opera. Secco e diretto, Southern Bastards merita come minimo un’occhiata.