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Prophecy

Autore:
Tetsuya Tsutsui
Editore:
J-Pop

Il nostro giudizio

Di recente riproposto in un cofanetto che ne contiene tutti e tre i volumi, Prophecy è un thriller, realizzato da Tetsuya Tsutsui, che affronta attraverso una narrazione diretta e spartana alcuni temi di grande attualità offrendo un prodotto semplice ma incisivo. Dopo Duds Hunt, inaspettatamente pubblicato da Mondadori con il titolo La Caccia, Tsutsui torna alla critica sociale con una storia di vendetta che, prendendo le mosse da alcune storture della società contemporanea, solleva una domanda etica forte sulla legittimità della vendetta in un sistema opprimente e spersonalizzante, un meccanismo che prosciuga le risorse dell’individuo per poi abbandonarlo al primo segno di cedimento. Sconvolti dall’indifferenza con cui la morte di un compagno di lavoro viene accolta dal loro capo e dalla società tutta, quattro lavoratori precari muovono una guerra disperata e senza scampo al sistema, armati solo della loro rabbia e delle grandi capacità informatiche del loro leader. A contrastare i protagonisti, un’unità della polizia giapponese specializzata in crimini telematici.

Prophecy, va detto, è un’opera coraggiosa. Tsutsui mette in scena una narrazione anti spettacolare adottando soluzioni meno semplici e meno ruffiane di quanto la storia che racconta gli avrebbe pur permesso. Concentrandosi sugli aspetti meno immediati della situazione, l’autore rende bene l’idea di come internet possa essere un mezzo per cavalcare il malcontento represso creato da una società mortificante, rischiando di farlo esplodere in una gamma di reazioni che va dal semplice endorsement all’emulazione vera e propria della vendetta violenta perpetrata da Paperboy, la maschera dietro cui si nascondono i protagonisti.

Diretto e senza fronzoli, Prophecy è scorrevole e senza cali di ritmo, la caratterizzazione dei personaggi è minimale, completa ma strettamente funzionale alla storia. Il risultato finale, a dirla tutta, è troppo asciutto. La storia paga la scelta di rifuggire il più possibile gli aspetti spettacolari, alcuni personaggi risultano insipidi e il finale è un pelo contorto. Interessante ma non fondamentale.