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Polpette Spaziali

Autore:
Craig Thompson
Editore:
Rizzoli Lizard

Il nostro giudizio

Craig Thompson il botto l’ha già fatto. Ha già realizzato quella che, potenzialmente, è l’opera della vita, il lavoro che ti consacra e ti definisce. Parlo di Blankets, delicata storia d’amore che ha portato l’autore, fumettista completo, al successo internazionale. Ciononostante, Thompson ci riprova. E cambia le carte in tavola. Archiviati il minimalismo sfumato e sottovoce di Blankets, la rispettosa esplorazione del diverso di Habibi e la struggente malinconia di Addio Chunky Rice, il fumettista americano sterza bruscamente verso la fantascienza umoristica più scanzonata del suo ultimo lavoro, Polpette spaziali. La versatilità dell’autore è oramai palese: Polpette spaziali stacca dalle opere precedenti offrendo una realizzazione grafica che, pur senza perdere l’identità di Thompson nel tratto, spiazza il lettore abituale con un cartoon dinamico e ricchissimo di dettagli, un’esplosione di colore che satura l’occhio per raccontare un’avventura rocambolesca vista con l’occhio infantile di una protagonista bambina curiosa, socievole e iperattiva.

Pur rivoluzionando il proprio modo di narrare, tuttavia, Craig Thompson mantiene intatto il cuore del messaggio, trasversale a tutte le sue opere: l’importanza di una famiglia. Non per forza una famiglia tradizionale, anzi, le famiglie raccontate hanno spesso elementi che le rendono storte e sui generis, ma quello spazio di cura reciproca, quel luogo sociale in cui puoi indicare le persone vicine come “i tuoi”, quella sfera di protezione e calore che l’autore vede come cuore e senso della vita umana, sentimento capace di superare le differenze ed integrarle in qualcosa di più grande.

Thompson crede in questo messaggio e lo porta avanti con una passione vibrante, tanto che quando si tocca direttamente il tema anche l’umorismo più sfrontato fa un rispettoso passo indietro per ricordarne l’importanza. Come il messaggio che porta, Polpette spaziali è una lettura trasversale, può divertirvi in quanto persone adulte, ma lo potete leggere ai vostri figli, ai vostri nipoti, alle persone di cui vi prendete cura.