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Patience

Autore:
Daniel Clowes
Editore:
Bao Publishing

Il nostro giudizio

Come tutti gli autori di culto, Daniel Clowes divide. Qualcuno lo ama, qualcuno lo odia, in ogni caso, quantomeno per quanto riguarda la scena underground, ogni nuovo lavoro dell’autore di Ghost World, l’opera che l’ha portato all’attenzione del grande pubblico grazie a una trasposizione cinematografica, è destinata a suscitare reazioni. Con Patience, Daniel Clowes torna a raccontare attraverso il genere, nella fattispecie con una storia di fantascienza, o meglio, l’intreccio tra una storia di science fiction e una storia d’amore, in cui un uomo attraversa il tempo per cercare di cambiare in extremis l’evento che gli ha portato via l’amata distruggendo completamente la sua vita.

Trattandosi di fumetto d’autore, la rilettura del genere è molto personale, così come personale è l’impronta stilistica di Clowes che, pur sperimentando parecchio, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione grafica, rimane perfettamente riconoscibile a chi negli anni ha imparato a seguirlo e ad amarlo. La scrittura è cerebrale, il registro freddo e distaccato nonostante tutto, i personaggi nevrotici e con forti problemi di comunicazione, uomini e donne dell’epoca contemporanea portati all’estremo. L’altro aspetto portato all’estremo è il disegno. Patience, pur conservando gli stilemi di Clowes, si lascia andare in più di un’occasione a trip psichedelici con tavole di grande impatto, pulite nel tratto e generose nell’uso del colore. Nell’insieme, Patience funziona, ma non quanto si vorrebbe. L’autore ha puntato tanto su quest’opera e si vede, ma purtroppo essa non è il capolavoro che tutti vorrebbero.

Il genere si amalgama poco con lo storytelling di Clowes le cui debolezze in termini di ritmo e fruibilità vengono messe in evidenza da un controllo spesso imperfetto del mezzo narrativo. Certo, che l’opera non fosse pensata per i fan hardcore della fantascienza e che come narratore Daniel Clowes non sia una scheggia è risaputo, tuttavia qui la mano è troppo calcata sugli stilemi tipici dell’autore che, al contempo, non riesce pienamente a portare a termine la contaminazione dei generi lasciando l’aspetto fantascientifico non compiuto a dovere. Patience non è un brutto fumetto, ma poteva e senza dubbio voleva essere qualcosa di più.