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Misdirection

Autore:
Luca Biagi
Editore:
Eris

Il nostro giudizio

Un titolo azzeccato non si limita a dare un nome all’opera, a descriverla o a catturare l’attenzione del lettore. Un titolo davvero centrato coglie l’essenza dell’opera stessa, ne rappresenta il senso e la forma, la sintetizza in pochissime parole. Magari in una sola. Misdirection, per esempio. Il titolo del fumetto di Luca Biagi non è semplicemente indovinato, è perfetto, racchiude letteralmente l’opera in un guscio di noce. Misdirection, infatti, ti coglie continuamente in fallo, sembra andare in una direzione, salvo poi invertire senso di marcia, cambia di significato, di valenza, stravolge il focus del racconto.

La storia parte come un giallo, in cui una ragazza in vacanza in un piccolo paese di montagna cerca disperatamente l’amica sveglia e disinibita, scomparsa la sera prima dopo una fuga non autorizzata in discoteca, in un contesto in cui a nessuno sembra interessare il destino della giovane. Poi avviene il cambio, la narrazione sterza, prima gradualmente poi in maniera brusca, e racconta altro. Diventa la storia della differenza fra centro e periferia intesi come stato sociale e mentale; diventa confronto aspro fra mentalità e aspettative di vita; diventa una storia sul senso della lealtà e dell’amicizia.

Un’operazione tutt’altro che facile, il rischio di prendere in giro i lettori è alta, e un cambiamento tanto marcato senza forzature o buchi di sceneggiatura è un lavoro di scrittura non indifferente, un lavoro di lima calibrato con perizia. Un’operazione riuscita. Misdirection confonde senza, come direbbe Carver, trucchi da quattro soldi, aggancia il lettore, lo porta in giro per la storia e lo spiazza senza realmente cambiare le carte in tavola, in un gioco da illusionista senza assi nascosti nella manica.