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Minivip & Supervip – Il segreto del Viavai

Autore:
Bruno Bozzetto, Gregory Panaccione
Editore:
Bao Publishing

Il nostro giudizio

Va fortissimo, nell’intrattenimento, guardarsi indietro. Il passato, riscoperto in ogni declinazione possibile, è la novità per generazioni che, prime fra tutti, hanno vissuto un’ipertrofia crescente che ha prodotto narrazioni in quantità sempre crescente, una massa in progressiva crescita di storie che, legandosi ai momenti migliori di milioni di vite, sembra essere arrivata al punto da schiacciarne la ricettività e la fantasia sotto il proprio peso elefantiaco. E allora si rifà, si rilegge, si riscrive il passato cercando, con risultati alterni, di attualizzarne il linguaggio. Oppure no. Qualcuno sceglie di andare fino in fondo e di rifare pari pari ciò che in passato lo ha consacrato come artista.

Bruno Bozzetto, quarant’anni dopo Vip – Mio fratello superuomo, ha rimesso mano ai due fratelli supereroi realizzando, in tandem con la superstar francese Gregory Panaccione, un volume a fumetti che sembra rimasto nel cassetto per quarant’anni, un’opera che potrebbe passare, se non fosse per la colorazione e per uno stile graficamente più moderno, ma davvero di poco, per una ristampa anastatica. Minivip & Supervip – Il segreto del Viavai è in tutto e per tutto il seguito del lungometraggio che ha reso famoso Bozzetto, con uno storytelling che, in quattro decadi, non è cambiato di una virgola. I personaggi, l’umorismo, persino le tematiche ecologiste e critiche di un’idea di progresso rampante appartengono a un’epoca che non c’è più, tra la fine del boom economico, la contestazione montante e i primi, forti scossoni alle sicurezza di un paese, il nostro la cui crescita sembrava, fino a quel momento, non fermarsi mai.

L’effetto è, come minimo, straniante. Se, infatti, ritrovare le atmosfere di un vecchio cartone animato dell’infanzia fa piacere, il fumetto è in tutto e per tutto anacronistico, tanto legato a un modo di fare le cose e di pensare la realtà che, al di là del fatto che lo si possa condividere o meno, avrebbe senso se si trattasse di una ristampa di una storia dell’epoca, la cui valenza risulta difficile individuare alla luce del fatto che è stata realizzata ai giorni nostri. Il volume è divertente e ben realizzato, nulla da dire su nessuno degli aspetti legati all’esecuzione e alla realizzazione, ma per il resto si fatica a capire il senso dell’operazione, se non il semplice fatto che una storia di Bruno Bozzetto val sempre la pena godersela.