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Killing Stalking

Autore:
Koogi
Editore:
JPop

Il nostro giudizio

Se il supporto usato per fruire una storia fa la differenza, è altrettanto vero che ciò non è per forza un limite e, a fronte di una prodotto pensato e strutturato in maniera flessibile, il passaggio da un medium all’altro può avvenire senza che l’opera ne risenta. Il caso di Killing Stalking, fumetto realizzato dal coreano Koogi, è in tal senso emblematico. Nato come webcomic e successivamente pubblicato in cartaceo a fronte del successo ottenuto, Killing Stalking conserva la struttura a brevi episodi tipica dei prodotti destinati al web pur non risultando, nella versione in volume, troppo sacrificato in termini di unità d’insieme. L’opera è agevolmente leggibile e non pare troppo frammentata, adattandosi adeguatamente al passaggio web – volume.

La storia è un thriller claustrofobico à la Misery non deve morire che sfrutta un’ambientazione chiusa e le dinamiche morbose fra i due protagonisti per dar vita a un’atmosfera malata e morbosa costruita sulla sinergia fra un senso di continua minaccia imminente da parte di un carnefice instabile e la quasi totale impotenza di una vittima chiusa in una doppia prigione fisica e psicologica.

L’effetto page turner funziona a patto di riuscire a far scattare l’empatia con un protagonista che, oltre a essere culturalmente distante dal nostro contesto nel vivere la propria condizione, compie una scelta iniziale davvero tirata per i capelli nel suo essere l’incidente scatenante della vicenda. Un’opera character driven con qualcosa da sistemare.