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Il Divino

Autore:
Asaf Hanuka, Tomer Hanuka, Boaz Lavie
Editore:
Bao Publishing

Il nostro giudizio

KISS. Keep it Simple, Stupid. Questo sembra essere il manifesto di un’opera tanto lineare quanto anomala come Il Divino, graphic novel tutta israeliana realizzata dai fratelli Hanuka e da Boaz Lavie, autori apprezzati in patria e all’estero. Un’opera semplice, quasi lapalissiana, frontale nei propri intenti, nel proprio messaggio e nei simboli impiegati per metterlo in scena. Tanta, chiarezza, tuttavia, è tutt’altro che un limite quando valorizza un’espressività forte e decisa, un segno grafico pulito che valorizza il dinamismo della regia e la profondità della prospettiva.

Il Divino è, nella realizzazione, un’opera estremamente moderna, di ottima esecuzione e dallo spiccato gusto pop, felice in tal senso la scelta dei colori, luminosi e poco o nulla sfumati, come poco o nulla sfumata è la posizione degli autori. Senza mezzi termini, in tal senso, è la critica alla politica dell’occidente nei confronti del resto del mondo. C’è tutto, dai bambini soldato ai contractors, dalle risorse depredate alle vittime civili in una vicenda, non a caso ambientata in Vietnam, in cui un gruppo di mercenari spadroneggia su un paese in via di sviluppo fino a scatenarne i difensori più mistici ed ancestrali.

Una storia d’azione, sì, ma anche una storia che fa riflettere, con un protagonista che si trova al centro del dilemma e vittime che non fanno compassione, ma nella cui rabbia omicida ci si immedesima con una semplicità inquietante. Il Divino è un libro anomalo e controverso, non a caso realizzato in Israele, un paese spesso sotto i riflettori per problemi legati alla violazione dei diritti umani, una nazione che vive una situazione complessa e mistificata, di certo una società meno unita di quanto si pensi nelle proprie prese di posizione.