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Beowulf

Autore:
David Rubìn e Santiago Garcia
Editore:
Tunué

Il nostro giudizio

L’arte di narrare è, tra le altre cose, l’arte del porre gli accenti. Molteplici sono gli aspetti che costituiscono una storia e non per forza su ognuno di essi va posta uguale enfasi. Nel dosare gli elementi, nelle diverse impostazioni che ogni autore ha nel gestire gli equilibri tra i vari elementi sta lo stile, l’unicità che costituisce la voce di ogni narratore. Il concetto si rende particolarmente evidente in opere come Beowulf, graphic novel a opera di Santiago Garcìa e di un David Rubìn che, dopo la magistrale prova di sé data col L’Eroe (ed. Tunué), sembra voler spingere alle estreme conseguenze le scelte estetiche compiute con la rilettura del mito di Ercole che lo ha portato alla fama in Italia. Come in pochi altri casi, infatti, il ruolo del disegnatore come una figura che va oltre il semplice illustratore è in Beowulf evidente: la sceneggiatura di Garcìa è semplice, la struttura della trama estremamente lineare, un testo totalmente al servizio di Rubìn che, dal canto proprio, fa la differenza disegnando a briglia sciolta, dettando toni e ritmo della narrazione attraverso una sperimentazione portata all’estremo pur restando, seppur di un’incollatura, entro i limiti della leggibilità.

La gabbia delle vignette perde qui ogni sua caratteristica di fissità, fino a venir fatta a pezzi in un modo che ricorda il Frank Quitely di We3, per diventare uno strumento malleabile con cui Rubìn gestisce cambi di ritmo e di registro valorizzati a pieno da un tratto che riesce a essere cartoonesco senza perdere il senso della drammaticità e a un uso dei colori carico che rende al lettore tavole ad alto impatto. Unico neo, il sopracitato testo. La scrittura di Garcìa non si può dire piatta e i suoi personaggi non arrivano a essere banali, tuttavia questo restare continuamente un passo indietro da parte dello sceneggiatore si sente e preclude al Beowulf la statura del capolavoro. Prima dell’ultimo, visionario Mad Max, un narrare per immagini che, su queste ultime, pone un deciso accento.