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Aliens nn.1-2

Autore:
Brian Wood & Tristan Jones
Editore:
SaldaPress

Il nostro giudizio

In un’epoca in cui la narrativa transmediale è un dato di fatto e una pratica oramai assodata, è fisiologico che alcuni dei franchise più famosi del passato vengano ripresi e ampliati in un universo complesso e strutturato che attraversa, nelle proprie forme di espressione, diversi media per un prodotto complesso e con target sempre più ad ampio raggio. Ne sono esempio l’universo di Star Wars e l’MCU, espressione cinematografica e televisiva della Marvel, mondi strutturati e coerenti che offrono un ambiente entro il quale sviluppare una moltitudine di prodotti diversi. Il franchise di Aliens, in tal senso, è stato uno dei precursori del trend, con fumetti, videogames e molteplici crossover con un altro mito degli anni ’80 e ’90, Predator. Forte di un rinnovato interesse verso gli xenomorfi che da quasi quarant’anni tormentano i sonni di Sigourney Weaver e dei suoi successori, dovuto anche all’imminente uscita di Alien Covenant, film che prosegue la saga, SaldaPress ha deciso, forte di una solida politica di licenze con realtà editoriali americane del calibro di Image o, in questo caso, Dark Horse, di uscire nelle edicole con una nuova testata dedicata agli alieni dal sangue acido.

La prima miniserie a essere pubblicata sulla nuova testata sarà Aliens: Defiance, scritta da uno degli sceneggiatori più solidi sulla piazza, quel Brian Wood autore di opere come DMZ e Northlanders. Il risultato è ben più di una mera appendice volta a sfruttare un successo commerciale. Wood si inserisce bene in un universo narrativo espandendolo, mettendone in gioco il funzionamento e portando, nel contempo, una critica sociale attuale e mai invadente per quanto scoperta.

La scrittura funziona e i personaggi sono caratterizzati in maniera funzionale, creano la giusta immedesimazione pur mettendosi al servizio di una macro narrazione di cui non sono i protagonisti principali, giocando il proprio ruolo senza rubare eccessivamente la scena. Wood riesce nel duplice intento di aggiungere un tassello a un world building già ampio e solido e di creare, nel contempo, una storia a fumetti godibile e avvincente.