Addio a Giacomo Furia

Si è spento a 90 anni a Roma il pittore Cardone della Banda degli onesti
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Nel 2010 andammo a intervistare Giacomo Furia, nel quartiere Trieste dove viveva, a Roma, in quanto amico e stretto collaboratore, per molti anni di Antonio Margheriti. Lo interpellavamo specificamente su un bellissimo poliziesco che Giacomo Furia aveva scritto e interpretato nel 1976 per Anthony M. Dawson, dal titolo Con la rabbia agli occhi. Alla conversazione, amabile e piena di aneddoti, era presente il figlio di Margheriti, Edoardo, che chiamava familiarmente Furia “Giacomino”. Come uno di casa, di famiglia. Giacomo Furia ha legato la sua arte, la sua immagine e la sua inconfondibile voce, al ricordo di grandi film di Totò, a cominciare dalla Banda degli onesti, di Camillo Mastrocinque (1956), in cui era il pittore Cardone, che insieme al portiere Antonio Lo Turco e al tipografo Giuseppe Lo Turco – ossia Totò e Peppino – fondava una zecca clandestina di false quanto inutili e inutilizzate banconote fasulle. Il viso ovale, pieno, con calcato sulla testa un baschetto nero, faceva di lui un carattere immediato, tangibile, evidentissimo. Con Furia, partendo da Margheriti, finimmo per parlare anche di Lucio Fulci, del quale l’attore era stato grandissimo amico fino a quando un equivoco, una incomprensione, una mezza parola detta da persone terze, aveva incrinato – soprattutto dal lato di Fulci – il loro rapporto. Accadeva nel periodo dei Ladri. Dell’anedditica sterminata che Giacomo Furia poteva produrre su tutti i suoi lunghi anni di carriera teatrale e cinematografica, ci piace riproporre – per ricordarlo, per ricordarne la gentilezza, l’affabilità e la cordialità – quello che ci raccontò quel giorno su Totò…